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Ernaux, la Nobel che si vive leggendola

Il ragazzo edito da L'orma

Dei suoi romanzi, per lo più esili quanto a pagine, composti di una scrittura essenziale, volutamente “pianureggiante”, priva del minimo abbellimento tanto esce scarnificata dalle dita, noi lettori percepiamo il battito della paura, l’asprezza che prende corpo dall’oppressione, la sofferenza sotto la ricerca della libertà personale…

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C’è chi forgia la propria vita per farne opera d’arte (D’Annunzio, Proust, Dylan), chi ha portato la vita quotidiana di un’umanità più o meno spicciola dentro l’arte facendone opera unica (Balzac) e c’è chi fa entrare la propria di vita nell’arte come memoria scritta. Pezzo per pezzo, libro dopo libro. Quest’ultima è Annie Ernaux, premio Nobel 2022  per la letteratura, un’autrice che si vive leggendola. 

Il Ragazzo di Annie Eraux

Dei suoi romanzi, per lo più esili quanto a pagine, composti di una scrittura essenziale, volutamente “pianureggiante”, priva del minimo abbellimento tanto esce scarnificata dalle dita, noi lettori percepiamo il battito della paura, l’asprezza che prende corpo dall’oppressione, la sofferenza sotto la ricerca della libertà personale. 

Scrivere per vivere

Il nuovo frammento della sua esistenza s’intitola Il ragazzo (L’orma, pagg. 60, euro 8), ovverosia l’incontro tra una donna, l’autrice, e un giovane di trent’anni di meno. Lui, alla fine del secolo scorso, le scrisse per un anno intero per incontrarla, cosa che avvenne e che ora, all’età di ottantadue anni, diventa scrittura. Un libro volutamente scomodo e che, traslato, si trasforma in una lezione su come un fatto della realtà diventi letteratura.

È la stessa Ernaux a confessarlo. Lo fa nell’epigrafe: “Se non le scrivo, le cose non sono arrivate fino al loro termine, sono state soltanto vissute”. La scrittrice di Lillebonne, con vena autenticamente proustiana, affida alla memoria il suo nuovo capitolo per continuare a vivere, perché solo con essa ritiene possibile portare avanti la sua esistenza.

Una nuova capriola nel passato

A cinquanta e passa anni, madre di figli già in età adulta, incomincia l’avventura con il giovane studente di letteratura, che conosciamo con una sola lettera, A. Lei, benestante e famosa, lui, povero e così distante dallo spirito della generazione che alimentò le idee della scrittrice. Un mutuo scambio con la donna a dettare le regole. Il ragazzo fornisce il piacere e il gusto riscoperto dell’attenzione, lei una certa sicurezza economica e i viaggi. 

Ma è la capriola all’indietro che il giovane le permette di fare il dato centrale del rapporto. Lui è lo specchio della lei giovane degli anni sessanta, vissuta tra un doloroso scandalo (L’evento) e un progressivo allontanamento spirituale dalla piccola borghesia famigliare (Il posto e Una donna). Lui svergina il presente, lei sdoppia il passato. Lei si mette a scrivere del suo aborto clandestino che conosceremo ne L’evento. E una volta concluso il libro, di A. non c’è più bisogno. E il rapporto si conclude. Per riproporlo oggi, ma solo una volta diventato letteratura. Che ci cattura come gli altri capitoli della sua vita.

Corrado Ori Tanzi

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