Lucietta, la rosa di Vivaldi
Il libro di Federico Maria Sardelli edito da Sellerio
Un autentico gioiello che riporta alla luce una donna la cui memoria è rimasta sepolta nell’arco degli anni in cui la sua esistenza si è consumata. Una neonata abbandonata all’Ospedale della Pietà nel 1677, giusto un soffio prima della nascita prematura dell’immenso compositore…
Avete presente quelle foto vecchie anche un centinaio di anni di cui alcune parti sono state erose dal tempo e che la tecnica di stampa permette di replicare nella loro interezza recuperando un’integrità che ci appare un colpo di magia? Così Federico Maria Sardelli ha fatto regalandoci la figura di Lucietta, colei che fu (anche) l’organista di Antonio Vivaldi.
Lucietta
Dopo i magnifici L’affare Vivaldi e Il volto di Vivaldi, Sardelli continua il suo viaggio nella vita del Prete Rosso con Lucietta (Sellerio, 328 pagg., 15 euro), un autentico gioiello che riporta alla luce una donna la cui memoria è rimasta sepolta nell’arco degli anni in cui la sua esistenza si è consumata. Una neonata abbandonata all’Ospedale della Pietà nel 1677, giusto un soffio prima della nascita prematura dell’immenso compositore. Una trovatella poi cresciuta in convento fino a diventare priora che, in un ambiente più che depresso e deprimente, riuscì a far valere le sue doti di musicista fino a diventare, anche se per un periodo limitato, un valido aiuto per Vivaldi. Almeno fino a quando la cecità non la colpì, relegandola in una stanza con la compagnia dei suoi soli pensieri.
Fatti documentati e immaginati
Sardelli, autore, compositore, direttore poliedrico più una multiformità di altre doti artistiche, cuce un racconto che unisce il romanzo al dato certamente provato. Laddove può avvalersi del supporto della Storia ci informa che quanto sta narrando si basa su “fatti documentati”, laddove il tempo ha invece perduto i suoi fili inserisce dei “fatti immaginati” dove la sensibilità di autore interviene per consegnarci un quadro possibile, se non verosimile, tanto della vicenda umana della donna quanto del periodo di quella Venezia.
L’intreccio ci regala un’immagine tormentata e di grande passione della vita di queste orfanelle, tra abitudini igieniche pessime, cibo ancora peggiore, malattie curate con metodi più pericolosi dell’infermità che intendevano guarire, vessazioni quotidiane da parte tanto dei superiori quanto dalle stesse compagne di sventura.
Il balsamo della musica
Ma, come un balsamo divino, la musica cala la sua presenza con tutto il potere che ha in sé per creare mondi
diversi all’interno di una realtà fredda e impietosa. Le sfortunate figlie di nessuno diventano anche abili musiciste e trascrittrici di prim’ordine, eseguono concerti che attirano un vasto pubblico e sono ammirate da semplici appassionati (anche stranieri) e dagli stessi artisti.
E di questo unguento fa un forte uso Lucietta che, tra documentazione e fantasia, intesse un rapporto con Vivaldi che da solo vale più della cattiveria che la vita le ha consegnato sin dal primo giorno di vita. Il Maestro la aiuta a maturare la conoscenza dello strumento scrivendo partiture che, di volta in volta, elevino la preparazione della donna. Almeno finché il destino lo permise.
La mano invisibile dello scrittore
Sardelli si fa premiare tanto per l’idea quanto per la realizzazione. La scrittura è sempre fluida, lo studio psicologico dei due personaggi centrali è meticoloso, la composizione del testo non lascia spazio né a sentimentalismi da bestseller né a impennate drammatiche in cui si possa notare la mano di chi scrive. Un atto doveroso di pietà e di sincero amore questo libro, in virtù del quale viene naturale, a noi lettori, assumere i “fatti immaginati” fratelli di sangue di quelli assunti dagli archivi. Per noi Lucietta sarà sempre questa.
Corrado Ori Tanzi
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