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Il diario di Annie Ernaux

"Perdersi" edito da L'Orma

Come nell’intera carriera letteraria di Ernaux, sono pagine dolorose di vita vissuta in prima persona con quest’uomo, sposato e con prole, diventato un “meraviglioso e terrificante” soggetto “di desiderio, di morte e di scrittura”. Per un periodo di quasi venti mesi…

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Pubblicato ora da L’Orma, Perdersi (nell’originale Se perdre) di Annie Ernaux risale in realtà al 2001 ed è un diario che l’autrice, premio Nobel per la letteratura 2022, compose tra il settembre 1988 e l’aprile 1990 e consegnato a Gallimard senza alcuna aggiunta in sede di rilettura. Un testo che gira attorno a un epicentro unico, un diplomatico russo di stanza a Parigi denominato sempre con un’iniziale, S., di cui la scrittrice diventa amante.

Perdersi

Perdersi di Annie Ernaux

Come nell’intera carriera letteraria di Ernaux, sono pagine dolorose di vita vissuta in prima persona con quest’uomo, sposato e con prole, diventato un “meraviglioso e terrificante” soggetto “di desiderio, di morte e di scrittura”. Per un periodo di quasi venti mesi l’intera esistenza della donna viene assorbita da questa figura maschile al punto da lasciare solo briciole di tempo per il resto. Un resto che si declina in fare la spesa e partecipare a incontri pubblici perché niente, oltre al diario, scende dalle sua dita.

L’annientamento consapevole di sé per un’utopia che fagocita la protagonista a conferma di quanto l’amore possa essere sentimento catalizzatore più vicino a Satana che alla luce, soprattutto quando s’infila in un cammino che non prevede il ritorno a sé dell’energia che crea e consuma chi lo indossa. È la stessa Ernaux ad avvertirci in sede di prefazione: “L’amore, la cosa che più assomiglia alla scrittura, per la perdita di me stessa, per l’esperienza del vuoto colmato”

Il nuovo volto della scrittrice

Perdersi dialoga a tratti con La voce umana di Jean Cocteau e a tratti con I Mandarini di Simone de Beauvoir (autrice e titolo direttamente citati da Ernaux) e ci rivela un volto nuovo della scrittrice. Se in ogni capitolo della sua produzione letteraria abbiamo ricevuto l’immagine di una donna comunque forte attraverso le sofferenze e gli inciampi esistenziali, qua ci troviamo davanti a un’anima che, pur sapendo quale finale aspetta il rapporto tra lei e l’uomo, vive in un’attesa senza fine che ne blocca l’azione lasciandole la sola arma della reazione. Che sia una chiamata, un incontro, un “ti amo” che non verrà mai pronunciato.

Perdersi di Annie Ernaux

Ciò che ci rimanda sono invece gli incontri furtivi a base di sesso (narrato senza il velo della pudicizia e l’occhio di bue della pornografia), le mattine in cui si svegliano insieme nello stesso letto, brandelli di frasi che girano per giorni e giorni nella sua testa, vuoti di senso e periodi di assenza che inchiodano l’animo pur senza mai riuscire ad artigliare a sé la sua saluta fisica e mentale.

Possente respiro letterario

Prova letteraria di possente respiro, Perdersi (mai titolo poteva essere più centrato) dipinge il lato nero dell’amore, il volto che rivela quando è animato solo da fiato univoco. Un quadro di Rothko, uno di quelli con tonalità scure, a pretendere di trovarne un fratello nell’arte. Un diario che si alimenta della tradizionale scrittura diretta e martellante nella sua finissima chiarezza di Annie Ernaux. E, come sempre, una lettura che lascia il segno.

Corrado Ori Tanzi

1 Commento
  1. […] di Svezia gli ha attribuito il Nobel per la Letteratura 2023, facendolo subentrare a Annie Ernaux. Una scelta in qualche modo nella continuità della scrittura. Jon Fosse, norvegese, classe 1959, […]

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