Daniel Lanois
For the Beauty of Wynona edito da Warner Bros., 1993
Sulla copertina dell’album viene riprodotta un immagine del fotografo e artista ceco Jan Saudek: una donna nuda che stringe un pugnale, molti sono caduti nell’equivoco nell’identificarla come la Wynona del titolo. Ma in effetti, anche se non corrisponde per esattezza nella grafia, la Winona evocata è la città vicino a Hamilton dove Lanois è cresciuto…
Mai saranno parole spese male quelle usate per descrivere il valore e il lavoro di un produttore discografico: sia quelle positive che negative. Fin dalle prime registrazioni la competenza di questo ruolo, è stato primario per la “sartorialità” del prodotto musicale.
Daniel Lanois
Daniel Lanois (canadese di nascita, cresciuto tra Quebec e Ontario) di certo è uno di quei “sarti” che sa cucire addosso agli artisti il vestito giusto. A lui si sono rivolti nomi quali Brian Eno, Bob Dylan, U2, Peter Gabriel, Neil Young, Neville Brothers, Robbie Robertson, Emmylou Harris, Hothouse Flowers, Sinéad O’Connor; vincendo con il suo lavoro parecchi Grammy Award. «Ho avuto la fortuna di lavorare con artisti che sono interessati alla sperimentazione, e questo è ciò che mi ha fatto crescere», ha affermato a proposito del suo lavoro di produttore.
For the Beauty of Wynona
Ma da buon musicista Lanois ha saputo registrare a suo nome anche dei fantastici dischi: For the Beauty of Wynona arriva quattro anni dopo il debutto con Acadie, che già aveva reso popolare il suo gusto musicale fuori dagli schemi di genere. L’esperienza acquisita come produttore di grandi artisti la si ritrova a pieno in questo album, dove sonorità classiche, roots, rock e folk, hanno modo di essere contaminate con una sperimentazione commisurata, senza mai eccedere in facili estremismi. «So che
viviamo in un mondo di categorie, e devi stare molto attento a come vieni percepito», ha dichiarato Lanois, «ma non mi dispiace trovarmi nei panni sia dell’artista che del produttore. Sono molto orgoglioso del lavoro che ho fatto nella produzione. Non posso cambiare il fatto che quei dischi siano conosciuti e che io sia percepito soprattutto in quel ruolo. Vedo i miei album da solista come un modo per fare più musica e cercare di farla conoscere a un pubblico più vasto: questo penso possa fare la differenza. Una volta che entri in studio, stai solo cercando di mettere il tuo cuore nella musica».
Sulla copertina dell’album viene riprodotta un immagine del fotografo e artista ceco Jan Saudek: una donna nuda che stringe un pugnale, molti sono caduti nell’equivoco nell’identificarla come la Wynona del titolo. Ma in effetti, anche se non corrisponde per esattezza nella grafia, la Winona evocata è la città vicino a Hamilton dove Lanois è cresciuto. Le canzoni del disco evocano immagini crude, a volte ossessionanti: nella title track troviamo i suoi ricordi d’infanzia, mentre in Sleeping in the Devil’s Bed si entra in un’atmosfera onirica, in Beatrice e Brother L.A. il sound si fa più grintoso, richiamando il precedente lavoro da produttore fatto con gli U2 (Achtung Baby). Ma Lanois sa anche cambiare registro (come in The Collection of Marie Claire, The Unbreakable Chain, Rocky World) e indossa i panni del folkwriter e confezione tre struggenti ballads.
Di certo questo disco ha bisogno di più ascolti per riuscire a trasmettere la sua vera natura, forse legata troppo al periodo storico-culturale di pubblicazione, ma che riesce a conquistare piano piano anche gli ascoltatori di questo nuovo millennio.
Riccardo Santangelo