“Musical Box” di Paolo Casali
Un progetto musicale pensato/realizzato da Casali- Antonini- OGFRoma-Siani,
La costruzione dell’album è piuttosto singolare, afferma Casali, e rappresenta una sfida, con l’inversione del processo creativo. Normalmente è la musica a conformarsi al testo letterario, ma in questo progetto è successo il contrario: il testo è stato influenzato e si è adeguato alla materia sonora preesistente…
C’è stato un periodo in cui i ragazzi italiani (ma non solo) crescevano leggendo i libri di Emilio Salgari, Gianni Rodari, Lucy Maud Montgomery, Carlo Collodi, Italo Calvino, Robert Louis Stevenson, Rudyard Kipling, Sir Arthur Conan Doyle, Louisa May Alcott, Jules Verne, Rudyard Kipling, Lewis Carroll, Alexandre Dumas, Mark Twain, Astrid Lindgren… e scusate se ne dimentico altri. Romanzi, racconti e poesie che solo in parte erano indirizzati al mondo “pre-adulto”.
Sono passati molti anni da allora, si è scavallato un secolo e le nuove generazioni, già da tempo, hanno dovuto fare i conti con altri mezzi di comunicazione e di socializzazione, che non includono quel tipo di “immaginario”; o se ne vengono a contatto, esso viene stravolto più dall’impatto tecnologico che da quello visionario-letterario.
L’evoluzione della musica
Nello stesso modo anche la musica si è evoluta (in meglio o in peggio è un valore che solo soggettivamente possiamo valutare), nutrendosi di altre ispirazioni; e approcciandosi all’universo che comprende bambini, ragazzi e adolescenti sfruttando strumentazioni e suggestioni sonore più attinenti agli anni che stiamo vivendo. Forse prediligendo troppo la “forma parola” a quella più legata alla “sola musica”.
Musical Box

Di certo non è il caso del progetto “Musical Box” di Paolo Casali, che ispirato dai testi dello sceneggiatore e “narrative designer” Pietro Antonini, ha composto dieci brani (solo strumentali), diventati l’architettura sonora su cui hanno lavorato l’Orchestra Giovanile Fontane di Roma (OGFRoma) e il suo direttore Luciano Siani. «La costruzione dell’album è piuttosto singolare – afferma Casali – e rappresenta una sfida, con l’inversione del processo creativo. Normalmente è la musica a conformarsi al testo letterario, ma in questo progetto è successo il contrario: il testo è stato influenzato e si è adeguato alla materia sonora preesistente».
E già qui si nota l’originarietà del progetto, che ancora di più si spinge a essere letto su vari piani di fruizione. Prima di tutto quello musicale, pensato/realizzato dal quartetto Casali- Antonini- OGFRoma-Siani, che prende spunto dal repertorio sinfonico di musica a programma di fine Ottocento; che nel contempo ispirano lo sceneggiatore nel sviluppare una traccia narrativa che trae origine dai saggi del giornalista e storico Peter Hopkirk e dal “Grande Gioco” (la disputa sul controllo dei paesi dell’Asia centrale da parte di Regno Unito e Russia), attingendo alla letteratura ottocentesca intrisa di esotismo e mistero.
L’antefatto del racconto
L’antefatto del racconto (di pura invenzione) risiede nell’esibizione che nel 1892 il Dottor Hopkirk, famoso antropologo e avventuriero, organizzò a Londra. Sui manifesti che presentavano l’evento c’era scritto: “The Musical Box: The most bizarre and spectacular show, from the lands of Asia to the far corners of the World!”. Quella sera il sipario si alzò e Hopkirk era al centro del palco, vuoto e spoglio tranne che per la presenza di un cubo di legno decorato d’oro, una reliquia proveniente da Shangri-La, un oggetto capace di registrare e raccontare ogni sorta di avventure. I locali la chiamavano la “Khögjmiin Khairtsag”.
Quando mise in funzione questa “scatola magica” da essa fuoriuscì musica e vapore, che insieme accompagnavano il racconto delle storie fantastiche che il Dottor Hopkirk narrava con voce profonda e coinvolgente.
Sebbene la prima fosse stata un successo, Hopkirk il giorno dopo sparì inspiegabilmente, e di lui si persero le tracce. Lasciò soltanto nel camerino un libro, in una lingua indecifrabile, con una piuma blu tra le pagine. Un compositore che aveva assistito all’evento, trascrisse il racconto e la musica che aveva ascoltato durante lo spettacolo, basandosi sulla sua prodigiosa memoria.
La storia
Protagonisti di questa narrazione sono due fratelli: Alexander Bryden e Vasilij Kaufman, figli addottivi dell’esploratore Nathaniel Blackwood. Il primo salvato dalla strada, e suo preferito, l’altro orfano di un suo lontano parente, che il destino e la legge gli hanno affidato. I due fratelli dopo la morte del padre si troveranno avversari alla ricerca di una scatola magica e della città di Shangri-La, famosa per i suoi tetti dorati, perduta ormai da secoli tra le sabbie e le montagne dell’Asia Centrale.
«Avventura ed esplorazione di terre lontane erano temi molto cari all’età vittoriana – dice Pietro Antonini – con l’ Europa impegnata a colonizzare e sottomettere il resto del mondo. Tuttavia, nel testo non mancano riferimenti alle suggestioni del genere gotico e a quello dell’orrore, ma anche al moderno fumetto d’autore».
La musica di Paolo Casali

Ma come abbiamo detto è la musica l’elemento iniziale della storia di Alexander Bryden e Vasilij Kaufman, e il suono creato da Paolo Casali ha la magia di aggiungere ancora più pathos e mistero alla trama avvincente. I molti colpi di scena, tipici della letteratura di genere di fine ottocento, vengono sottolineati da melodie che cambiano in ogni capitolo (o meglio dire traccia sonora). «È stato entusiasmante – per il direttore Luciano Siani – poter lavorare a stretto contatto con il compositore.
Riuscire a colorare la musica scritta sulla partitura attraverso un continuo confronto con chi l’ha concepita, ha rappresentato un’esperienza davvero molto preziosa per me come direttore e per i giovani musicisti dell’orchestra alla loro prima esperienza discografica». Infatti per aggiungere ancora un tassello in più, questo progetto vede il debutto discografico dell’ Orchestra Giovanile Fontane di Roma, formata da giovani professionisti under 30.
Riccardo Santangelo
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