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Roberto Vecchioni

Elisir 1976 edito da Philips

Vecchioni con Elisir cerca di aprire la sua “breccia” e lo fa utilizzando la metafora del viaggio, attraverso le sue esperienze private e musicali, evocando accanto a sé personaggi della letteratura e dell’arte…

Il passo precedente al grande successo molte volte viene oscurato. Eppure Elisir, senza voler togliere nulla al successivo Samarcanda (che lo fece conoscere al grande pubblico), è il disco che ben rappresenta il valore e la poetica di Roberto Vecchioni.

Elisir

Elisir di Roberto Vecchioni

«Elisir è l’acqua fresca che ci sbattono in faccia propinandocela per la soluzione miracolosa»: così il cantautore milanese spiegava il titolo del disco. A metà degli anni ’70 il cantautorato italiano percorreva forse la stagione migliore, ma i suoi protagonisti erano in qualche modo ruote di un meccanismo commerciale a cui raramente (e con sacrificio enorme) riuscivano a svincolarsi.

Così Vecchioni con Elisir cerca di aprire la sua “breccia” e lo fa utilizzando la metafora del viaggio, attraverso le sue esperienze private e musicali, evocando accanto a sé personaggi della letteratura e dell’arte. «Elisir è pieno di personaggi che vanno per mare, sganciati da tutto, soli o insieme e io sono parte di loro, che si chiamino Rimbaud, Guccini, suonatore stanco, conte impazzito. Sono tutti riassunto, tipologia, fantasia, disperazione di non trovare. O disperazione di aver trovato».

Rispetto ai lavori precedenti questo album si differenzia anche per la scelta di sonorità più ricercate ed elaborate. Così non ci si affida solo a scelte che rimandano al tipico sound del cantautorato italiano e al country rock di matrice statunitense, ma ci si spinge a stili musicali come la tarantella (nel brano Pani e Pesci) e il madrigale (Pesci nelle orecchie).

Roberto Vecchioni

La metafora del viaggio

La metafora del viaggio (inteso nella sua forma più ampia), come si è detto, investe il mondo di Vecchioni; pertanto incontriamo Velasquez (un brano di otto minuti in cui si avvertono le suggestioni “elettriche” ispirate dal brano Cortez the killer di Neil Young), l’eroe solitario nel brano Un uomo navigato, la voglia di ribellione anticonvenzionale in A. R. (ispirato alla vita di Arthur Rimbaud), citazioni musicali e letterarie di Leonard Cohen (in Figlia), echi delle ballate di Desire di Bob Dylan e il mondo visionario della scrittura di Jorge Luis Borges. Non mancano poi gli attacchi, più o meno velati, all’industria discografica e al mondo musicale dell’epoca: brani come Le belle compagnie e Pani e pesci, sono l’esempio.

Riccardo Santangelo

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