E’ guerra civile in Corsica
Da giorni ci sono violente manifestazioni provocate dall'aggressione in carcere di un militante indipendentista, Yvan Colonna
Dal 2 Marzo 2022 il Fronte di Liberazione Nazionale della Corsica ha organizzato manifestazioni prima a Bastia e poi in tutta la Corsica. Fonti riportano che Emmanuel Macron aveva negoziato con l’esecutivo corso per il sostegno alle elezioni presidenziali, “almeno il 2° turno”, in cambio di ” piena autonomia” dell’isola. Ma il pestaggio di Yvan Colonna ha fatto saltare l’accordo. Gérald Darmanin si recherà in Corsica domani per “aprire un ciclo di discussioni” con i funzionari eletti…
Da giorni ci sono manifestazioni provocate dall’aggressione in carcere di un militante indipendentista, Yvan Colonna
Nei giorni nelle città della Corsica ci sono state proteste e manifestazioni con molti partecipanti, talvolta sfociate in scontri violenti con le forze dell’ordine. Centinaia di persone hanno protestato contro lo stato francese, accusato di non aver tutelato la sicurezza del militante indipendentista corso Yvan Colonna, attualmente in gravissime condizioni dopo essere stato aggredito in carcere da un altro detenuto lo scorso 2 marzo.
La posizione del Fronte di Liberazione Nazionale della Corsica
Il Fronte di Liberazione Nazionale della Corsica sostiene che la revoca dello status di DPS a Yvan Colonna da parte di Jean Castex
è un atto cinico.
Le parole dei suoi rappresentanti : “La vendetta dello Stato ha sempre motivato il fascicolo giudiziario dell’affare Erignac. Il governo francese deve anche revocare gli status DPS di Alain Ferrandi e Pierre Alessandri e rilasciarli. Di fronte allo Stato, questo non è il momento di procrastinare o di diluire il Movimento Nazionale. Il tentato omicidio di Yvan Colonna espone il problema dei diritti del popolo corso e la sorte dei prigionieri politici.
Il Fronte accusa anche l’utilizzo di flash ball e di repressione violenta sui giovani che, a loro detta, stanno manifestando pacificamente. Molti ragazzi, anche minorenni, hanno dovuto essere ricoverati in ospedale e per i più gravi è stato necessario il trasferimento a Marsiglia.
Il governo francese
Gérald Darmanin si recherà in Corsica domani per “aprire un ciclo di discussioni” con i funzionari eletti.
Secondo Le Canard, Emmanuel Macron aveva negoziato con l’esecutivo corso per il sostegno alle elezioni presidenziali, “almeno il 2° turno”, in cambio di ” piena autonomia” dell’isola. Ma il pestaggio di Yvan Colonna ha fatto saltare l’accordo.
Le manifestazioni in tutta la Corsica
Più di 15.000 persone a Bastia per chiedere la verità sull’attentato a Yvan Colonna, sulla liberazione dei prigionieri e sul
riconoscimento del popolo corso.
La questione corsa non riguarda il mantenimento dell’ordine; Rivendica politicamente il diritto del popolo corso all’autodeterminazione per la propria sovranità queste le parole del rappresentante del Fronte di Liberazione Nazionale della Corsica.
Dal 2 Marzo 2022 sono iniziate le proteste, che hanno poi assunto contorni violenti questa settimana.
Venerdì cinquanta manifestanti ha cercato il gruppo di forzare l’entrata della caserma di Porto Vecchio, a sud dell’isola, per poi assaltarla. Secondo Ajaccio, capoluogo della Corsica, «sono stati danneggiati veicoli professionali e personali gendarmi» e ci sono stati dei lanci di bombe, ma nessuno è stato ferito, né ci sono stati arresti. Sempre venerdì si sono svolte altre manifestazioni in tutta l’isola, per lo più pacifiche.
Gli episodi di violenza erano stati segnalati nei giorni precedenti: mercoledì un gruppo di manifestanti si era scontrato con la polizia ed era riuscito a entrare nel palazzo di Giustizia di Ajaccio, mentre giovedì un gruppo di circa venti persone aveva lanciato esplosivi artigianali contro la prefettura di Bastia, seconda città della Corsica per numero di abitanti. Secondo la polizia sono stati sparati colpi di pistola a piombini in direzione degli edificio statali.
Yvan Colonna
Gli scontri di questi giorni sono strettamente legati alla vicenda di Yvan Colonna, un pastore di Cargese diventato poi militante indipendentista e tra i più ricercati di Francia alla fine degli Novanta, quando fu accusato di aver fatto parte del commando che uccise il prefetto francese Claude Érignac nel 1998. Colonna fu condannato in via definitiva e sottoposto al cosiddetto DPS (Détenu particulièrement signalé), un regime di sorveglianza speciale. Per via di questo regime, a Colonna fu sempre negato il riavvicinamento in una prigione corsa, richiesto più volte alle autorità francesi.
Colonna era detenuto ad Arles, in Provenza, insieme agli altri due membri del commando, Pierre Alessandri e Alain Ferrandi, entrambi in regime speciale.
La versione delle autorità
Secondo la versione delle autorità, Colonna sarebbe stato aggredito il 2 marzo da un detenuto camerunense, Franck Elong Abé, per via di un litigio durante il quale Colonna avrebbe offeso la sua fede islamica. La versione è stata contestata dagli indipendentisti corsi, accusa la polizia carceraria di Arles di non essere intervenuta per difendere Colonna. Abé ha strangolato e picchiato Colonna per otto minuti, provocandone la morte cerebrale.
La decisione di Jean Castex dopo l’aggressione
Dopo l’aggressione e le prime proteste, il primo ministro francese Jean Castex ha annunciato che verrà revocato ai tre prigionieri il regime DPS. Ma questa decisione ha fomentato ancora di più la rabbia dei manifestanti indipendentisti, che l’hanno giudicata oltraggiosa e fuori tempo massimo date le condizioni di Colonna.
Le parole di Gilles Simeoni dopo la decisione di Castex
La vicenda di Colonna di questi giorni si è rivelata un nuovo catalizzatore delle antiche divergenze tra gli indipendentisti corsi e il governo centrale francese. Dal 2017 la Corsica è guidata dalla coalizione nazionalista del presidente del consiglio esecutivo Gilles Simeoni, che ha commentato così la decisione: «Questo è il culmine di una lotta condotta per diversi anni grazie all’Assemblea della Corsica, società alla corsa, all’impegno delle associazioni di difesa dei prigionieri e, negli ultimi giorni, alle mobilitazioni portate avanti principalmente dai giovani».
Simeoni ha poi aggiunto che però questa è solo l’applicazione della legge, perciò «ora è il momento che Parigi intraprenda un’azione politica forte, riconosca la dimensione storica e politica della questione corsa e apra un vero dialogo con la Corsica»
La Redazione
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