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Persona di Gerardo Goldwasser

Presso il Padiglione Uruguay alla 59. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia

Persona di Gerardo Goldwasser ci invita a fare la storia. A osservare e a pensare alla rappresentazione dei corpi e alle loro metamorfosi, ai dubbi che permeano le scienze, le arti e i miti del nostro tempo, in bianco e nero come in quell’anonimo manuale di sartoria ereditato dal nonno, senza dati di edizione…

Il Ministero dell’Istruzione e della Cultura, attraverso la Direzione Nazionale di Cultura e il suo Istituto Nazionale delle Arti Visive, partecipa insieme al Ministero degli Affari Esteri dell’Uruguay alla 59. Esposizione Internazionale d’Arte –La Biennale di Venezia dal 23 aprile al 27 novembre 2022.
 
Nell’ambito del tema Il latte dei sogni proposto da Cecilia Alemani, curatrice Biennale Arte 2022, l’Uruguay presenterà il progetto Persona dell’artista Gerardo Goldwasser, con la curatela di Pablo Uribe e Laura Malosetti Costa.
 
 
Persona di Gerardo Goldwasser Credits : Rafael Lejtreger

L’Istituto Nazionale delle Arti Visive ha bandito un concorso e la selezione è stata effettuata dalla Commissione Nazionale delle Arti Visive con il supporto del Dipartimento di Internazionalizzazione della Cultura Uruguaiana.

 

Persona

 
Persona propone una riflessione critica che mette in scena un aspetto tanto essenziale quanto complesso delle società umane: i modi di coprire ed esporre i corpi, di disciplinarli e anche di distinguerli.
La questione che solleva si riferisce alle forme con cui ogni essere umano si percepisce come persona costruendo il suo aspetto, il suo modo di entrare in scena ogni giorno della sua vita. L’etimologia del concetto si riferisce al teatro classico: il suo primo significato è stato «maschera d’attore».
 

Goldwasser

 
Quella maschera è all’origine della cultura del vestire. Goldwasser propone, nelle sue opere, una tensione tra individuo e spersonalizzazione normativa in una linea di riflessione legata alla sartoria: come mestiere, come disegno soggetto a regole precise, come ripetizione e istituzione di norme, il tutto legato alla memoria e al trauma della sua storia familiare.
Il suo lavoro si sviluppa a partire da un manuale di sartoria tedesco ereditato dal nonno, un sarto ebreo che grazie alla sua professione, confezionando divise, riuscì a salvarsi dal campo di concentramento nazista di Buchenwald, e arrivò così in Uruguay.

 

Persona di Gerardo Goldwasser Credits : Rafael Lejtreger
 

L’assenza di colore

 
Un elemento chiave di questa proposta è la stordente presenza dell’assenza di colore. Le tonnellate di stoffa nera nelle bobine da taglio, le file di maniche, gli strumenti di misurazione, i cartamodelli che ordinano ogni spazio, appaiono come un nero incubo che dialoga con Il latte dei sogni immaginato da Leonora Carrington, anch’essa sottoposta a quella pressione intollerabile e standardizzante a metà del XX secolo, che ha ispirato questa biennale.
La proposta comprende la storia culturale europea dell’ultimo secolo dall’Uruguay. La storia personale dell’artista è il punto di partenza di una storia del mondo. È una storia condivisa da molti ebrei emigrati in America.
 

Il significato importante

 
In un nuovo contesto di crisi mondiale post-pandemia, di pericolo d’estinzione della nostra specie —che è l’unica in grado di estinguere tutte le altre, di estinguere tutto —, questa mostra, dal forte carattere umanistico, ci confronta con progetti passati e presenti che cercano di trasformare gli esseri umani in macchine infallibili, puntuali, ordinate, obbedienti, costruttrici e allo stesso tempo distruttrici di tutto ciò che non è utile o addomesticabile.
 
Persona di Gerardo Goldwasser ci invita a fare la storia. A osservare e a pensare alla rappresentazione dei corpi e alle loro metamorfosi, ai dubbi che permeano le scienze, le arti e i miti del nostro tempo, in bianco e nero come in quell’anonimo manuale di sartoria ereditato dal nonno, senza dati di edizione. Invita inoltre a guardare in modo critico il presente e a immaginare nuovi modi di essere persona in un futuro che si avverte minacciato dalle nuove tecnologie, omologanti e distruttive.
La Redazione
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