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Longoni e la casa a strisce rossonere

Intervista ad Andrea Longoni

La definisce “la casa dei milanisti” e non ha tutti i torti. La sua creatura su Youtube si chiama Milan Hello (a cui si deve aggiungere un canale che porta il suo nome) che non solo raccoglie l’interesse di un San Siro e mezzo colmo in ogni ordine di posti, ma che in questi ultimi mesi è stato al centro di un improvviso interesse nazionale per aver dato con parecchio anticipo la notizia di due gruppi arabi pronti a entrare nell’A.C. Milan…

La definisce “la casa dei milanisti” e non ha tutti i torti. La sua creatura su Youtube si chiama Milan Hello (a cui si deve aggiungere un canale che porta il suo nome) che non solo raccoglie l’interesse di un San Siro e mezzo colmo in ogni ordine di posti (al momento 105.000 follower), ma che in questi ultimi mesi è stato al centro di un improvviso interesse nazionale per aver dato con parecchio anticipo la notizia di due gruppi arabi pronti a entrare nell’A.C. Milan con conseguente iniezione poderosa di liquido sonante.

Andrea Longoni e Leao

Lui, Andrea Longoni, classe 1983, da Carate Brianza, giornalista professionista,  volto e voce a TeleLombardia a QSVS, si porta sul groppone tutto il diritto e tutto il rovescio del popolo di internet di fede rossonera. A cui deve aggiungere ironie e critiche di colleghi tanto legati all’attuale proprietà americana del Milan da non voler neanche pensare a un cambio di timone (“gli smentitori seriali”, li chiama). Come un cinese si è seduto sull’argine del fiume ad aspettare paziente passarli uno a uno. La recente visita della Guardia di Finanza a Casa Milan e le parole di Gerry Cardinale hanno provato che quanto riportato da lui poco prima dell’ultimo Natale non erano proprio fake news.

Che idea si è fatto dell’universo degli youtuber che si dedicano al calcio?

Youtube è mondo fantastico. Ci sono tanti youtuber interessanti, soprattutto quelli che portano contenuti propri, con equilibrio e competenza. Non apprezzo invece chi copia notizie altrui facendole proprie e cerca di fare strada parlando male degli altri.

Parlare alla testa dell’interlocutore porta elogi, parlare alla pancia garantisce numeri e denaro. Quale il suo modello?

La sincerità. Io dico quello che penso, nel bene e nel male. Se uno facesse calcoli su cosa è meglio sostenere, risulterebbe subito forzato e non sincero.

Più volte nei suoi video lei spinge i suoi follower a tenere un atteggiamento di rispetto delle opinioni altrui e minaccia, in casi estremi, di bloccare la presenza sui suoi canali di chi interviene con aggressività. Bastano questi appelli o la platea continua a essere più vicina a una giungla che a un palco di teatro?

Milan Hello è una community fantastica. Qualche caso ovviamente, tra grandi numeri, è normale riscontrarlo, ma chi non si adegua è fuori. Parliamo di calcio: scannarci sarebbe da folli. E una cosa non sopporto: chi non riesce a rispettare il parere altrui. Evidentemente ha alla base una situazione di tristezza personale, ma ciò non lo autorizza comportarsi in maniera sbagliata.

Affinità e divergenze tra Tv e social nel trattare una disciplina come il pallone.

Andrea Longoni

Ce ne sono tante, forse tantissime. In particolare tra Youtube e la Tv: il mezzo per arrivare è lo stesso e cioè il video. Modalità di comunicazione, dunque, sono le medesime.

Da giornalista professionista: qual è lo stato di salute della critica calcistica nel nostro Paese?

Discreto. La media è abbassata da chi parla o scrive per convenienza e per amicizie o antipatie. E non sono pochi.

Nella sua biografia si legge che sin da piccolo lei ha avuto il pallino di diventare giornalista sportivo. Capisco il mestiere, ma perché non cronista di nera, critico musicale, esperto di economia o vaticanista?

Perché il pallone è sempre stato il mio pane quotidiano. La mia passione più grande. Mi sarebbe piaciuto anche affrontare la cronaca nera, ma il calcio è divertimento e rende anche più piacevole il mio lavoro.

Ha avuto un modello di riferimento tra i giornalisti?

Il numero 1? Il mio direttore Fabio Ravezzani, che mi ha dato fiducia quando ero uno sbarbatello e mi ha insegnato a svolgere il mestiere sempre a testa alta, senza mai scendere a compromessi. Fare la domanda anche scomoda a un personaggio molto potente e non farsi mettere i piedi in testa da nessuno. Poi il senso della notizia: unico anche in questo.

Ultimamente lei è salito alle cronache per uno scoop sull’entrata di soci arabi nella proprietà della società rossonera creando un corposo scompiglio tra società e tifosi. Il patron del Milan, Gerry Cardinale, le ha indirettamente dato ragione dopo però che i suoi stessi colleghi la avevano a più riprese bollata come sensazionalista. Invidia o incapacità di trovarsi la fonte giusta?

Invidia e incapacità di accettare che un altro giornalista sia arrivato dove loro non sono stati in grado di arrivare. Non solo. Sentire soltanto la campana ufficiale, senza capire che spesso e volentieri racconta solo quello che le fa comodo. E’ stata una pagina molto triste.

Quando e come diventò tifoso rossonero?

Milan Hello di Longoni

Dalla nascita, in una famiglia di rossoneri. Papà grandissimo tifoso, così come mio fratello Marco. È stata una cosa spontanea e terribilmente naturale: è più forte di te.

Tre aggettivi per definire il Milan di oggi.

Incompleto. Intrigante. Poco ambizioso ai vertici.

Meglio restare a San Siro o andare a San Donato?

Serve una struttura nuova di proprietà. A malincuore San Donato, anche se sarei impazzito per un impianto tutto rossonero a La Maura a due passi da San Siro.

Possibile un ritorno di Paolo Maldini ai vertici della società?

Solo se gli arabi entrassero con la maggioranza o, in un secondo tempo, una volta raggiunto il comando del club.

Esiste la Marotta League?

No, non credo ai complotti, altrimenti non seguirei più questo sport. Ma è evidente una sudditanza psicologica nei confronti del club con il dirigente più bravo e potente: a più livelli, compreso quello arbitrale. Parliamo di inconscio e non di qualcosa deciso a tavolino.

Meglio uno scudetto all’Inter o alla Juventus?

Assolutamente alla Juventus.

Si trova a cena con Stefano Pioli. Cosa gli dice?

Milan Hello di Andrea Longoni

Che il suo ciclo secondo me è finito, che la serie di infortuni è inaccettabile e che avrebbe dovuto lavorare all’equilibrio della squadra.

Poi si aggiunge Cardinale. Un’occasione da non perdere.

Che il Milan è una cosa seria, che merita fatti e non soltanto belle parole. Che l’esperienza fin qui è stata deludente. E che vorrei Antonio Conte in panchina.

Alla fine della cena chi paga?

Cardinale con un vendor-loan (si scherza).

Corrado Ori Tanzi

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