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Giovanni Tisti : la formazione come chiave del Successo

Intervista a Giovanni Tisti Executive Coach, Formatore e Privacy Consultant

L’approccio migliore per raggiungere il successo sta nel raggiungere la giusta consapevolezza legata al “saper fare” ed è lì che ci sentiremo pronti di superare ogni ostacolo o comunque di affrontarlo con coraggio e autostima. Ecco che arriva la formazione che è di sicuro uno strumento in grado di aiutare a coltivare questo aspetto fondamentale…

Giovanni Tisti è uno specialista in comunicazione e immagine presta le sue attività in tutto il territorio nazionale presso Enti Statali e Aziende internazionali. Si specializza nella figura di Docente/Formatore ed esperto in Salute Sicurezza sul Lavoro qualificato attraverso l’ISSL di Milano (D.M. 06.03.2013), accreditato dal Ministero Istruzione con il massimo dei voti.

Dopo un’esperienza lavorativa all’estero rientra in Italia e ottiene la certificazione come DPO/RPD (n. DPO 2546) e Privacy Consultant con ACCREDIA. Nello stesso periodo diventa socio e membro di Federprivacy. Ad oggi, i suoi corsi vantano oltre 6000 presenze/anno. 

Il Dott. Tisti è CEO di Digitech Center che rappresenta la risposta concreta alla necessità di aziende, enti e privati di formazione in ambito digitale;  promuove valori come condivisione,  innovazione e creatività attraverso percorsi formativi pratici basati sulla filosofia del “saper fare”.

Abbiamo intervistato Giovanni Tisti per farci spiegare come affrontare con successo i mutamenti sociali e lavorativi che ci troviamo ad affrontare.

Dott. Tisti potrebbe farci una sua breve presentazione?

Eccomi. Sono Giovanni Tisti consulente, coaching e formatore qualificato, con 30 anni di esperienza, spaziando dai corsi
obbligatori (D. Lgs. 81/2008) a quelli trasversali prevalentemente in comunicazione e organizzazione aziendale all’interno
di molte realtà italiane ed estere contribuendo a realizzare nuovi percorsi e nuove metodologie di assistenza e
formazione in ogni settore e ruolo specifico agevolando così l’inserimento nel mercato del lavoro. Sempre alla ricerca
di collaborazioni di valore che permettano alla mia società Digitech Center Srl di crescere costantemente.

Digitech Center, la sua azienda, e lei a quali domande che si pongono le persone di successo offre delle risposte?

Consideri che Digitech Center nasce con una filosofia “Olivettiana” dove la persona rimane al centro di qualsiasi scelta e decisione. Infatti il nostro slogan descrive perfettamente questo concetto “acquisisci le competenze per scelte consapevoli”.
Le persone sono i veri attori e diventano protagonisti del loro successo nel momento in cui indossano l’abito giusto per vivere, poi, in modo consapevole le loro esperienze.
Oggi le persone di successo desiderano avere sempre qualcosa in più, perché tutto questo risiede nella natura umana, la differenza non sta solo nel raggiungimento degli obiettivi ma, semplicemente, nell’esigenza di fare qualcosa che ti conquista e gratifica.
In questa circostanza scattano dei processi, dei meccanismi nella nostra mente e bisognerebbe porsi delle domande:
quali sono le mie competenze? Come posso crescere e dare un profilo più elevato alle mie capacità?
È un po’ come quando ci prepariamo, fisicamente, a prendere un peso: se siamo poco convinti il pacco sembrerà più pesante, difficoltà e rischio aumenteranno.
La “relazione” diventa essenziale perché si crea con il cliente/partecipante quel rapporto di fiducia che ti permette di farti ascoltare. Una buona relazione tra le parti è tutto, anche se la rivoluzione digitale ha preso sempre più corpo, in realtà sappiamo che tale rivoluzione è e sarà utile solo per la vendita di corsi standardizzati.

La formazione per lei è un aspetto chiave di questo processo, ci può spiegare come e perché?

Intanto bisogna partire dal giusto approccio che sta nel raggiungere la dovuta consapevolezza del “saper fare” da lì ci sentiremo pronti a superare ogni ostacolo ed affrontarlo con coraggio e, soprattutto, autostima.
La formazione e la buona consulenza sono gli strumenti in grado di aiutare a coltivare questo aspetto fondamentale.
Inutile sottolineare che dipende, ovviamente, dal tipo di formazione e dalla modalità utilizzata. Anche in questo caso si potrebbe aprire un capitolo tanti sono i modi attualmente disponibili. Per dirla tutta: se andiamo a presentare e a fare leggere solo delle diapositive facciamo tutti un grande buco nell’acqua.
Non condivido la formazione gratuita e chi partecipa ai miei percorsi vive con me un’esperienza speciale, grazie agli stessi partecipanti. Nel mio sito giovannitisti.it ci sono alcuni concetti personali interessanti, che spiegano e sottolineano l’importanza della formazione, ora più che mai.

I ruoli all’interno delle aziende sono cambiati negli ultimi anni, Dott. Tisti come è possibile affrontare questo mutamento
adeguandosi in modo vincente?

Sì, è vero. Negli ultimi anni le aziende parlo specialmente in ambito privato, sono cambiate sentitamente, diventando sempre più differenziate. Secondo il mio punto di vista la globalizzazione e la rivoluzione digitale hanno modificato le abilità e di conseguenza le esperienze.
In effetti, le realtà più innovative e proiettate al futuro si sono sentite pronte ad adottare nuovi stili di leadership ed è stato inevitabile cambiare i ruoli in molte aziende poiché si fa di necessità virtù con un ampio spirito di adattamento.
Rimettersi in gioco, credere in sé stessi attraverso le competenze necessarie e un pizzico di coraggio permetterà a molte risorse di trovare in modo sorprendente nuove opportunità oppure diventare promotori di nuove idee all’interno della stessa Società alimentando nuovi stimoli e conseguenti motivazioni.

Ci potrebbe parlare del benessere collettivo e di come possiamo tendere a ciò?

Certamente abbiamo un obiettivo da raggiungere ed è quello del benessere soggettivo e poi collettivo. Tre fattori secondo la mia visione sono importanti: la soddisfazione per la propria vita; la presenza di emozioni positive e l’assenza di stati emotivi negativi.
Spesso mi domando se oggi il lavoro ci aiuta davvero a spingerci verso questo status.
Le nuove forme carismatiche di comando si esprimono all’interno di un contesto dove viene valorizzata la diversità attraverso la comprensione profonda delle stesse e la costruzione di un ambiente inclusivo. Il capo inclusivo è il perno di questo tipo di organizzazione e il suo impegno è quello di aumentare il benessere degli individui e stimolare l’incontro di idee, quindi processi che portano con sé innovazione. Ed è questo che ci permette di esprimerci al meglio. Questo è il nostro reale obiettivo per raggiungere il benessere globale.

Dott. Tisti potrebbe spiegarci il rapporto tra formazione, azienda e benessere collettivo?

Nel contesto lavorativo molti sono gli elementi che diversificano gli individui e si raggruppano in diversità di tipo

organizzativo, culturale e personale. Se non vengono poi gestite queste differenze possono diventare criticità che vanno
ad incidere, negativamente, sul benessere dei dipendenti, sulle prestazioni aziendali e sulla capacità di innovare.
Questa situazione si ritrova sempre più di frequente nelle organizzazioni di tipo gerarchico, caratterizzate da strutture
verticali a silos, dove la cultura dominante tende ad appiattire le personalità di ognuno e stimola una serie di
comportamenti e di linguaggi che tendono ad essere escludenti nei confronti di alcune categorie di persone.
A mio avviso la giusta consulenza insieme alla formazione possono favorire pratiche che permettono lo sviluppo di una cultura aziendale comprendente un ruolo davvero importante nella gestione della diversità.
Molto dipende da alcuni fattori, alcuni ambientali, altri legati al modello di learning implementato. In pratica, diversi sono gli ambiti in cui la formazione, direttamente o indirettamente, diventa fattore importante di inclusione all’interno
dell’organizzazione. Qui secondo me deve subentrare il cosiddetto analista della formazione che è esperto dei processi di apprendimento attivati nei programmi e soprattutto sui luoghi di lavoro e in altri contesti di vita reale. Suo obiettivo è aiutare le persone a imparare cose nuove in modo semplice ed efficace, riducendo il più possibile fatica e stress.
Solitamente si rivolge a persone adulte, ma può operare anche con molti giovani.

Pensa che l’Italia sia in linea con la situazione internazionale o vede delle diversità?

Su questo punto non vedo delle difformità se non nella crescita di molti più manager all’estero, ma utilizzo due diverse forme di lettura. Una derivante da ciò che dicono dossier, rapporti, numeri e statistiche e l’altra da quelle che sono le mie considerazioni originate dalle mie esperienze professionali.
In merito al primo aspetto, le dico che dopo il dramma causato dalla pandemia emerge sia in Europa che in Italia un quadro di ripresa generale.
Intendo nello specifico che il famoso mix di presenza e online ha determinato la formazione ibrida che ha definito uno standard ovunque e questa modalità occuperà molto probabilmente il futuro della formazione.
Restando nel mondo dei numeri si manifesta che le aziende di tutto il mondo intendono aumentare la destinazione dei budget formativi. In tal senso, oggi il nostro Paese credo abbia un’ottima opportunità (penso al PNRR) per allinearsi agli standard internazionali. Certamente prima, occorre farla diventare una nostra priorità ed ecco che serve cambiare mentalità.
Mentre per il secondo aspetto, proprio con la mia Digitech Center mi sono già attivato da anni perché sono convinto che crescerà soprattutto nella nostra Penisola l’esigenza di personalizzazione e flessibilità nell’insegnamento e nelle nuove forme di comprensione come l’apprendimento misto o mischiato (blended learning) in cui le offerte di digitale sono e saranno su misura per il cliente. Sarà fondamentale capire in questa ripresa dove e come si svilupperanno i contenuti dei corsi in qualsiasi ambito compresa la P.A. bilanciando l’apprendimento online con quello tradizionale, per
raggiungere risultati superiori rispetto a quelli ottenuti attraverso l’utilizzo esclusivo di uno dei due metodi.
Chissà, forse un giorno potremo attivare quel concetto di “formazione continua” per ristabilire davvero le giuste competenze.

Chiara Bazzani

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