Pierrot REDUX. Opera-cabaret in 7×3 scene
Venerdì 7 ottobre 2022, ore 20.30 Prima assoluta presso Teatro Ariosto
Filippo Andreatta fondatore di OHT Office for a Human Theatre firma regìa, scene, costumi e luci di Pierrot REDUX. Opera-cabaret in 7×3 scene, musica di Massimiliano Viel nell’ambito della XIV edizione di Festival Aperto di Reggio Emilia.Pierrot viene catapultato nel caotico mondo contemporaneo, simbolo di una soggettività perduta, inevitabilmente distratta dalle lusinghe di una mondanità alienata…
Venerdì 7 ottobre 2022 alle 20.30 va in scena al Teatro Ariosto di Reggio Emilia in PRIMA ASSOLUTA Pierrot REDUX. Opera-cabaret in 7×3 scene una nuova produzione e commissione di Fondazione I Teatri / Festival Aperto.
Pierrot REDUX. Opera-cabaret in 7×3
L’opera, in replica anche domenica 9 ottobre alle 18.00, vede per la prima volta Filippo Adreatta, fondatore dello studio di ricerca OHT Office for a Human Theatre, uno dei registi e autori più interessanti della sua generazione, firmare regìa, scene, costumi e luci di uno spettacolo che non è stato scritto da lui.
Pierrot REDUX prende spunto dall’opera da camera Pierrot Lunaire di Arnold Schönberg(1912) ispirata alla raccolta di poesie Pierrot lunaire: Rondels bergamasques (1884) del poeta belga Albert Giraud. Un’opera-cabaret divisa in tre parti, ognuna composta da sette scene basate su una o più liriche del poeta, di cui è eroe Pierrot, poeta virtuoso e malinconico, la cui immagine romantica, tra angosce, tormenti, deliri, si trasforma progressivamente in smorfie grottesche e allucinate.
Massimiliano Viel
Mantenendo la struttura di Schönberg, ma operando una scelta di testi differente, Massimiliano Viel ha creato un lavoro
interamente nuovo in cui Pierrot viene catapultato nel caotico mondo contemporaneo, simbolo di una soggettività perduta, inevitabilmente distratta dalle lusinghe di una mondanità alienata.
Una donna e un uomo reduci da una notte di bagordi si fermano a guardare la Luna: due volti di un solo personaggio sdoppiato, Pierrot, che sopraffatto dalla moltitudine di voci che ognuno porta con sé, si sgretola. Questi frammenti diventano a loro volta personaggi distinti ma uniti, isolati ma collegati, pezzi di una soggettività che si ostinano in una festa già finita, indugiando nell’energia dell’ebbrezza di quell’unico corpo infranto.
Filippo Andreatta
Filippo Andreatta sceglie di tradurre l’ambientazione sonora immaginata da Viel svuotando il palco, che diventa un paesaggio spoglio su cui regna solitaria l’immagine di una gigantesca eclissi.
“Pierrot Redux è il residuo di un rave party – dice il regista Filippo Andreatta – una transizione fra il cielo notturno e diurno, un’interposizione stellare. Pierrot Redux è un’eclisse; il sole è occluso dalla luna, oscurato, e solo frange di luce e bagliori attraversano la galassia solare non permettendo all’alba di far scemare la festa, al corpo di riunirsi in uno. In questa lenta transizione la luna si frappone fra i resti di Schoenberg e la riscrittura di Viel creando un cono di penombra, un’ombra celestiale che vaporizza il Pierrot Lunaire nei suoi fantasmi contemporanei.”
La maschera diventa l’effige della soggettività sperduta dell’epoca contemporanea, irretita e sbeffeggiata da fake news, pubblicità e social network.
La Redazione