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Prendi il mio cuore di Andi Kacziba

Presso la Galleria d'Arte Contemporanea Raffaella De Chirico a Milano dall' 8 al 25 Marzo

Prendi il mio cuore, oltre al mio fegato, ai miei reni; prendi tutti i miei organi, a patto che abbiano ancora valore, ovviamente. Ispirato dalla famosa poesia di Saffo Prendi il mio cuore e portalo via, la mostra dell’artista ungherese Andi Kacziba (1974) invita provocatoriamente…

Prendi il mio cuore. Oltre al mio fegato, ai miei reni; prendi tutti i miei organi, a patto che abbiano ancora valore, ovviamente. Ispirato dalla famosa poesia di Saffo Prendi il mio cuore e portalo via, l’artista ungherese Andi Kacziba (1974) invita provocatoriamente invita provocatoriamente alla Galleria d’Arte Contemporanea Raffaella De Chirico in via Farini, 2 a Milano dall’8 marzo, festa della donna, al 25 a prendere i suoi organi vitali.

Cosa può avere da offrire alla società una donna, che all’età di 50 anni ha fatto scelte non convenzionali e non largamente supportate dalla società?

Andi Kacziba, Polmone (Lung) #2, 2022, ceramica copyright Andi Kacziba

Superato in parte lo stigma di non avere figli (si stima che il 22,5% delle donne italiane nate alla fine degli anni ’70 finirà il ciclo riproduttivo senza figli), la domanda è di successo personale attraverso la carriera e il lavoro, ambito in cui la parità di genere non è stata ancora raggiunta; le donne guadagnano meno dei colleghi maschi e hanno il 30% di probabilità in meno (anche senza figli) di ottenere lavori meglio retribuiti rispetto agli uomini.

Quindi cosa succede se una donna ha fallito o non desidera avere successo almeno professionalmente?

Andi Kacziba ha creato una serie di immagini polaroid in cui l’artista offre se stessa ei suoi organi ai visitatori come un’azione/gesto sacro. Gli organi mostrati nella polaroid assumono la forma di sculture tridimensionali realizzate in ceramica e corde.

Prendi il mio cuore

La mostra, curata da Raffaella De Chirico, si apre e si conclude con uno zerbino posto all’ingresso della galleria, su cui Andi Kacziba ha impresso la sua immagine supina: l’artista sarà quindi calpestata dai visitatori, atto performativo e metafora di un azione piuttosto comune. È una donna-zerbino, la definizione usata per descrivere una donna che permette agli altri, spesso un maschio, di ferirla, di schiacciare la sua personalità e sensibilità, di calpestare la sua dignità.

Andi Kacziba (Ungheria, 1974)

Andi Kacziba vive in Italia dal 1997 dove ha lavorato come modella, per poi dedicarsi alla fotografia. I suoi primi cicli di opere

Andi Kacziba, Rene (Kidney) I., II., 2022, ceramica copyright Andi Kacziba

esprimono, attraverso la laboriosa tessitura manuale della corda, la forza, la tenacia e la capacità di sopportazione di donne che, illuse dai movimenti femministi degli anni Sessanta e Settanta del Novecento, di aver finalmente ottenuto gli stessi diritti e dignità di cui erano legittimati e per i quali avevano ardentemente lottato, si trovano oggi, nella società occidentale contemporanea, trasformati in meri status symbol, accessori e attributi della vanità maschile. Le sue opere d’arte sono diventate una metafora della lotta quotidiana che ogni donna deve ancora affrontare nel 21° secolo.

2014: Vìola, Milano, Studio Museo Francesco Messina. La prima mostra personale, in cui l’artista ha presentato un corpus di opere composto da sculture e bassorilievi in ​​corda, accanto al suo primo lavoro con gli specchi, strumenti interattivi per condurre il visitatore all’autoanalisi.

2015: Mater, Parma, Palazzo del Governatore. Indaga, anche attraverso la scultura Altare della sterilità, una riflessione personale e universale sulla mancata maternità.

2018: Turning (G) old, Torino, Raffaella De Chirico Arte Contemporanea. L’artista presenta la mostra Turning G(old), e indaga la percezione che la società ha delle donne che non sono più giovani, belle, ma portano i segni del tempo. Il titolo è stimolante: Old or/and Gold? L’artista riempie le rughe del viso con l’oro (polvere d’oro a 24 carati mescolata con vinavil [acetato di polivinile o colla per legno]), per invertire il valore: “Più rughe ho, più oro contengono, e col passare del tempo mi varrà sempre di più”. Andi Kacziba documenta l’intervento sul suo corpo attraverso una serie di immagini polaroid, mostra in scatole le rughe dorate strappate dal suo viso, riproduce le rughe incidendole su specchi antichi e incoraggia il pubblico a vivere i segni del tempo sul proprio riflesso .

2019: No cicogne qui, una serie di immagini polaroid in cui il corpo stesso dell’artista e la sua “degenerazione” nel tempo denunciano il difficile ruolo delle donne contemporanee nella società. L’artista simula il suo grembo usando un cocomero e lo svuota con un coltello da cucina. Ogni scatto della performance ha un titolo individuale, che racconta una microstoria di una maternità mancata.

Galleria Raffaella De Chirico Arte Contemporanea

“La prima sede di Raffaella De Chirico Arte Contemporanea è stata aperta a Torino nel 2011 e, dopo dieci anni, la galleria è arrivata anche a Milano. Raffaella De Chirico ha sempre concentrato il suo programma espositivo sulla produzione e realizzazione di opere inedite a livello nazionale, privilegiando artisti under 40, che si sono già distinti per temi artistici e studi all’estero.Lo stesso principio vale per gli artisti storici gestiti dalla galleria, in particolare quelli che hanno operato tra gli anni ’60, ’70 e ’80, che hanno sviluppato capacità di consulenza negli investimenti in arte e nella creazione di collezioni complete di arte moderna.”

La Redazione

1 Commento
  1. […] dalla creazione dei suoi primi scritti e disegni incentrati sulla cultura della Bété, a scene di vita quotidiana che esplorano temi più ampi della democrazia, dei diritti delle donne e […]

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