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iPhone, su App Store arriva un emulatore Game Boy ma viene subito ritirato

(Adnkronos) – Un nuovo emulatore chiamato iGBA ha recentemente fatto la sua comparsa sull'App Store, consentendo agli utenti di giocare a giochi per Game Boy Advance direttamente sui loro iPhone. Si tratta di una novità assoluta nel mondo iOS: la comparsa di iGBA e di altri emulatori sull'App Store è un segno di un cambiamento nelle politiche di Apple, che fino ad ora ha mantenuto un controllo rigoroso sul suo store. L'azienda è stata spinta a permettere emulatori e altre app di terze parti dalle pressioni esterne, come il Digital Markets Act dell'Unione Europea e le azioni legali del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti. Tuttavia, l'app ha sollevato subito dubbi sulla sua originalità e sulla legalità dell'operato degli sviluppatori, tanto da essere ritirata a pochi giorni dall'uscita. Sembra che iGBA, che sostanzialmente permette di giocare ai titoli per Game Boy su iPhone, non sia il risultato del lavoro originale dello sviluppatore Mattia La Spina. MacRumors riporta che l'app è stata rimossa da Apple a causa della violazione delle regole sul copyright e dello spam. Secondo lo sviluppatore Riley Testut, iGBA sarebbe una copia non autorizzata di GBA4iOS, un emulatore open-source creato da lui stesso oltre un decennio fa. Testut ha affermato che la sua app utilizza la licenza GNU GPLv2, ma iGBA sembra non fare riferimento a questa licenza, il che potrebbe violarne i termini. La decisione di Apple di rimuovere iGBA è stata motivata dalla violazione delle linee guida relative allo spam e al copyright, in particolare la sezione 5.2 che riguarda la proprietà intellettuale. Testut ha espresso la sua delusione nei confronti di Apple, affermando che la società ha approvato un'imitazione della sua app Delta. Al di là delle questioni di originalità e copyright, iGBA solleva anche preoccupazioni per la privacy. Secondo quanto indicato nella sua pagina su App Store, l'app raccoglie dati che possono essere utilizzati per identificare gli utenti, come i dati di localizzazione e gli identificatori. Nonostante ciò, alcuni utenti non hanno riscontrato richieste di autorizzazione per i dati di localizzazione al momento dell'installazione. —tecnologiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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