The Jokerman
Dal 03 all' 11 Novembre 2022 presso il Teatro Fontana
Lo spettacolo cerca di esplorare la questione del male a partire dal concetto di libero arbitrio, lavorando sulla figura dell’antagonista per antonomasia: Joker. Affrontare questo personaggio a 82 anni dalla sua prima apparizione, datata 25 aprile 1940, impone il confronto con un mondo completamente diverso: non all’alba di un’epoca d’oro ma al suo tramonto, in cui le ideologie perdono peso e manca una distinzione globalmente riconosciuta tra bene e male…
Michele Maccagno porta in scesa al Teatro Fontana dal 3 all’11 novembre THE JOKERMAN. Lo spettacolo cerca di esplorare la questione del male a partire dal concetto di libero arbitrio, lavorando sulla figura dell’antagonista per antonomasia: Joker.
The Jokerman
Una notte un uomo vestito da Joker, reduce da una festa in maschera, prende una boccata d’aria sul cornicione di un palazzo. Guardando dall’alto vede la città muoversi nella notte. Sente amaramente il peso e la stretta del vivere nel presente. E allora tra riflessioni e aneddoti, sogno e realtà, tenterà di costruire un’azione “assoluta”, un atto che possa ribaltare l’ordine sociale. Ma tutto finirà in niente, in un effetto puramente comico. Da lì, l’amara presa di coscienza che nulla può accadere davvero, nulla può essere scosso, che l’ordine sociale procede senza sosta e fagocita ogni nostra azione. E allora la maschera di Joker, eroe del caos, mito della contemporaneità, resta solo una fantasia, un’utopia realizzabile solo nei fumetti o al cinema. Uno sguardo sull’abisso della natura umana e sui suoi meccanismi sociali; uno scavo per così dire archeologico alla scoperta di ciò che si cela dietro quel ghigno rosso sangue, potente e simbolico detentore della forza ancestrale di antiche feste e maschere.
Joker
È un evento più unico che raro che uno dei cattivi di una serie a fumetti diventi più conosciuto del protagonista stesso. Il caso più emblematico è certamente Joker: banco di prova di attori del calibro di Jack Nicholson, Heath Ledger e Joaquin Phoenix, che dandogli corpo e voce hanno trasformato il personaggio della DC Comics in un arcobaleno di forme possibili. Tutto ciò non ne ha scalfito l’iconicità, anzi: l’ha reso il simbolo di tutti coloro che non trovano posto nella società e sognano ogni notte di distruggerla, destabilizzarla, terrorizzarla. Un personaggio simile non può che appellarsi a una maggioranza nettissima: quasi otto miliardi di persone, salvo qualche inguaribile ottimista. È forse per questo che ad avere bisogno di una maschera non sia Joker, ma piuttosto la sua nemesi, il nerovestito paladino della legge e dell’ordine prestabilito. Ma per proteggersi da chi, se l’istinto umano è quello di tendere al bene?
Affrontare questo personaggio a 82 anni dalla sua prima apparizione, datata 25 aprile 1940, impone il confronto con un mondo completamente diverso: non all’alba di un’epoca d’oro ma al suo tramonto, in cui le ideologie perdono peso e manca una distinzione globalmente riconosciuta tra bene e male. Obbliga a chiedersi come mai, per 82 anni, ci siamo identificati con il cattivo pur continuando a fare la differenziata e raccogliere gli escrementi del cane. Come mai la diffusa perdita di fiducia nelle organizzazioni che regolano la nostra vita non abbia portato a un drastico cambio di rotta. E, soprattutto, se ad anni luce dall’opulenza a stelle e strisce e l’ottimismo post-bellico, dallo skyline di Gotham City e l’occhio della giustizia che vigila dall’alto, non sia Joker l’eroe che non ci meritiamo, ma di cui abbiamo bisogno.
Michele Maccagno
Michele Maccagno nasce a Tortona. Dopo una laurea in Architettura conseguita al Politecnico di Milano, si diploma come attore
alla Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi di Milano. Negli anni si perfeziona e lavora con Danio Manfredini, Marco Baliani, Giampiero Solari, Massimo Navone e Luca Ronconi. Con quest’ultimo cresce al Piccolo Teatro di Milano, interpretando ruoli di spicco nei lavori del maestro: nel 2006 è Jaques Riviere in La mente sola di Emanuele Trevi al fianco di Vinicio Marchioni; nel 2007 interpreta Aristotele e il Presentatore in Farhenheit 451 di Ray Bradbury; nella stagione 2007/2008 è Tiresia ne L’antro delle ninfe di Porfirio e Laerte in Itaca di Botho Strauss; nel 2008 prende parte alla realizzazione di Lezioni da Henrik Ibsen presentato al Festival di Spoleto, ed e’ Paulus Snyder in Santa Giovanna dei Macelli di Bertolt Brecht. Antonio Tarantino scrive appositamente per lui il testo Gramsci a Turi, dove interpreta la parte del protagonista sotto la regia di Daniele Salvo. Lavora con registi di spicco della scena nazionale e internazionale: da Carmelo Rifici nelle Tre Sorelle di A. Cechov, nella Tardi Ravveduta di Giacosa e nei Pretendenti di G. Lagarce, a Claudio Longhi in Cos’e’ l’Amore al fianco di Franco Branciaroli, e nella Peste di Camus al fianco di Massimo Popolizio, a Bruno Fornasari in Love and Money di D. kelly, nel Suggeritore di B. Fornasari, in Push Up di Roland Schimmelpfennig, a Piotr Fomenko nel Convitato di Pietra di Puskin.
Sotto la guida di Gigi Dall’Aglio interpreta il celebre monologo sdisOre’ di G. Testori, ottenendo candidature a vari premi nazionali. Col Teatro Stabile del Veneto prende parte a diversi spettacoli di successo: L’Ispettore Generale diretto da Damiano Michieletto e i Rusteghi diretto da Giuseppe Emiliani. Il pluripremiato regista catalano Alex Rìgola lo sceglie per il ruolo di Cassio nel riallestimento del celebre Giulio Cesare al fianco di Michele Riondino. Successivamente Federico Tiezzi lo sceglie per lo spettacolo campione di incassi del Piccolo Teatro Freud o L’interpretazione dei sogni di Massini per il ruolo di Solomon al fianco di Fabrizio Gifuni. Giampiero Borgia lo ingaggia per l’interpretazione del monologo Eracle Odiatore di F. Sinisi, che debutta al Festival di Castrovillari e in prima Nazionale al Festival di Asti 2018. Sempre Alex Rigola lo dirige nel famoso Zio Vanja di A. Cechov nel ruolo del protagonista Zio Vanja nel 2019 e sempre nello stesso anno e’ Fausto Coppi nell’”Affollata solitudine del campione “ di G.L. Favetto per il Teatro Stabile di Torino.
Prende parte a diverse serie televisive nella fascia di prima serata per la Rai e per Mediaset: Non uccidere, RexV, La certosa di Parma, A un passo dal cielo, Cinderella, Ho sposato uno sbirro 2 e Giustizia per Tutti al fianco di Raoul Bova. Per il cinema lavora con Peter Greenaway in “Ripopolare la Reggia” e con Fabio Resinaro in “Con le mie Mani” al fianco di Laura Chiatti e Francesco Montanari.
Vince il famoso premio Nazionale Franco Enriquez 2017 come migliore attore ed e’ candidato al premio Ubu.
La Redazione