Il Visitatore di Eric-Emmanuel Schmitt
Presso il Théâtre Rive Gauche di Parigi fino al 27 Marzo 2022
“Dio e Freud devono avere molto da dirsi perché non sono d’accordo su niente…”. Il dialogo, il confronto tra il visitatore e Freud, ci immerge in una lotta simbolica, un magnifico argomento, un dibattito etico, tra due opposte visioni del mondo…
Il Visitatore è un’ opera teatrale di Eric-Emmanuel Schmitt, messa in scena da Johanna Boyé al Théâtre Rive Gauche di Parigi dall’ 8 Settembre 20221 al 27 Marzo 2022.
La trama
Vienna 1938: i nazisti invadono l’Austria e perseguitano gli ebrei. Per ottimismo, Sigmund Freud non vuole ancora partire; ma in questa sera di aprile la Gestapo porta Anna, sua figlia, a interrogarla.
Freud, disperato, riceve poi una strana visita. Un uomo in frac, un dandy frivolo e cinico, entra dalla finestra e fa discorsi incredibili… Chi è lui ? Un pazzo? Un mago ? Un sogno di Freud? Una proiezione del suo inconscio? O è davvero chi afferma di essere: Dio stesso? Come Freud, tutti decideranno, in questa notte pazza e seria, chi è il visitatore…?
Lo spettacolo si svolge in una notte, nell’ufficio di Freud. Tende, finestre, librerie, divani, costituiranno questo spazio concepito come il gabinetto delle curiosità dell’eminente psicoanalista.
Le apparizioni e le sparizioni del visitatore, l’opacità, la trasparenza delle tende e dei pannelli, creeranno un sottile gioco di mistero e rafforzeranno questa presenza enigmatica. Siamo in un sogno di Freud? In un dialogo con se stesso, con il proprio inconscio? O siamo in un’allucinazione
temporanea?
Questa notte nasconde un profumo di non plausibilità e magia. Si tratta quindi di creare un’atmosfera da sogno. La nuova magia ci permetterà di creare momenti sospesi, meravigliosi. Suono, luce, accompagneranno e parteciperanno alla creazione di questa atmosfera misteriosa.
Il cast dello spettacolo vede tra i suoi interpreti Sam Karmann, Franck Desmedt,
Katia Ghanty e Massimo di Toledo.
Le parole di Eric-Emmanuel Schmitt
Come possiamo ancora credere in Dio in un mondo in cui l’orrore compete con l’abominevole, dove la bomba stermina, dove la discriminazione razziale dilaga come mai prima d’ora, dove si inventano campi di rieducazione o di sterminio? In breve, come credere in un Dio così metodicamente omicida? Come credere in Dio di fronte al male? Questo problema ha un nome in filosofia: teodicea (la prova di Dio). Lo facciamo ogni giorno, davanti a un bambino sofferente, davanti a un grande amore che ci viene portato via da una malattia, davanti al fanatismo di chi uccide in nome del loro Dio, davanti alla nostra televisione schermo che ci porta le grida e le sofferenze del mondo.
Come deve essere avvilito Dio guardando il telegiornale delle 20!
Una sera ho cominciato a singhiozzare mentre ascoltavo il telegiornale: il telegiornale non era peggio di un altro giorno, era il solito brodo di delitto e ingiustizia, ma quella sera non l’ho capito non ho solo capito e registrato l’informazione , L’ho sentito.
Nella mia carne ho sanguinato all’unisono con il mondo; la violenza risuonava in me come un timpano. Ero depresso per essere un uomo. Ho anche avuto compassione per questo Dio la cui esistenza è per me incerta.
Ho pensato di nuovo: “Se Dio ha una depressione cosa può fare? Quale ricorso? Chi può andare a vedere? Immediatamente l’immagine mi investì: Dio sul divano di Freud. Poi la controimmagine: Freud sul divano di Dio. L’eccitazione intellettuale si asciugò rapidamente le mie lacrime, iniziai a gongolare. Dio e Freud devono avere molto da dirsi perché non sono d’accordo su niente… E questo dialogo non è facile perché nessuno dei due crede nell’altro…
Dio o un pazzo? Un sogno di Freud? La commedia è solo la meditazione interiore di un vecchio? Ognuno lo deciderà con la propria libertà. La mia risposta non ha più valore di quella di un altro. Lo rileveremo comunque nel testo se siamo molto attenti. Il gioco prepara il terreno alla fede e si ferma sulla soglia. Varcare questa soglia è una questione di fede, quindi di libertà. E non è condivisibile.
Le parole di Johanna Boyé
La tensione, la suspense dello spettacolo, devono essere palpabili e incantare il pubblico. L’atmosfera vicina al “thriller
È uno dei testi che mi ha fatto venire voglia di fare teatro ed è un onore per me metterlo in scena oggi.
psicologico” è ispirata al cinema nella sua trattazione, ed è trattenuta dai colpi di scena che la presenza del nazista, e il suo ricatto, inducono. Il dialogo, il confronto tra il visitatore e Freud, ci immerge in una lotta simbolica, un magnifico argomento, un dibattito etico, tra due opposte visioni del mondo.
Il Visitatore è un pezzo che mi ha colpito molto quando l’ho visto da adolescente.
La Redazione